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Stephen Larsen
Studioso del mito, professore di psicologia e psicoterapeuta, è direttore dello Stone Mountain Counseling Centre e del Center for Symbolic Studies, nello stato di New York.
L'IMMAGINE PATOLOGICA
Estratto da
Larsen S. (1990). The Mythic Imagination. Bantam Books.
(Trad. it. Anna Pensante. L'immaginazione mitica. Milano: il Saggiatore, 2001)
(pag. 112)
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..... Mentre la nostra cultura ci insegna a distogliere lo sguardo dalle implicazioni nascoste del vivere, dobbiamo imparare a non girarci dall'altra parte se vogliamo vedere attraverso la malattia e la sofferenza.
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VIVERE CON I DEVA
Estratto da
Larsen S. (1990). The Mythic Imagination. Bantam Books.
(Trad. it. Anna Pensante. L'immaginazione mitica. Milano: il Saggiatore, 2001)
(pagg. 175-176)
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..... Imparando a riconoscere e tollerare la nostra molteplicità interiore arricchiamo la conoscenza di noi stessi, e non ci stupiamo più se a volte la vita ci fa sdoppiare. Quando riconosciamo che la nostra stessa esistenza è condizionata, che gli uomini e le donne hanno sempre vissuto questa precarietà, acquistiamo in saggezza e superiamo l'egocentrismo. Ma quando riconosciamo le divinità dentro di noi, cogliamo una scintilla d'immortalità.
..... L'aspetto davvero spaventoso della pazzia e della possessione è che i caratteri diventano incontrollabili, o sono catturati da un dramma interiore deformato o da una lotta senza sbocco. Il pericolo maggiore parrebbe consistere nello squilibrio e nell'incoerenza. Nessuna delle parti che ci compongono ha il diritto di arrogarsi un potere esclusivo (come un dittatore), e tutte funzionano nel modo migliore quando riconoscono l'esistenza (e il diritto a quest'ultima) di tutte le altre.
Nella nostra mitologia personale in definitiva è narrata la nostra storia, e la storia consiste di personaggi. L'ego, l'io, il senso di sè o comunque vogliamo chiamarlo, ha una forza immensa e allo stesso tempo è confuso e fragile. Ma il nostro compito fondamentale è la conquista della conoscenza di noi stessi. Siamo più che dei semplici attori, e nei casi migliori siamo dei discreti registi. Per allestire il "bello spettacolo" della vita dobbiamo essere sempre in contatto con il nostro "cast" interiore.