John Zerzan - L'arte frattale di Jeannette Rütsche - Sperya

Jeannette Rütsche - Sperya
The fractal self-development of Jeannette Rütsche - Sperya


This free script provided by JavaScript Kit

Jeannette Rütsche - Sperya
The fractal self-development of Jeannette Rütsche - Sperya
Jeannette Rütsche - Sperya
Jeannette Rütsche - Sperya
Vai ai contenuti

Menu principale:

John Zerzan

VIEWPOINTS

John Zerzan



(n. 1943) Anarchico, ecologista, filosofo e storico statunitense, teorico del primitivismo. Negli anni Sessanta fu arrestato durante una manifestazione contro la guerra in Vietnam. Ha partecipato alla scena psichedelica di Haight-Ashbury. Non ha una televisione, non ha un computer, non ha un'automobile, non ha una carta di credito, vive in una capanna a Eugene (Oregon) ed è uno dei più stimati filosofi radicali statunitensi.

UNA CORSA SUL VUOTO: IL FALLIMENTO DEL PENSIERO SIMBOLICO
Estratto da
Zerzan J. (2002)
Running On Emptiness. Feral House

(Trad. it. Mattia Bilardello e Gabriele Masini. Senza via di scampo? Roma: Arcana/Vivalibri, 2007)



(pagg. 22-38)
.....
..... In una sorta di fondamentale falsificazione, i simboli hanno in un primo tempo mediato la realtà, e poi l'hanno sostituita. Al giorno d'oggi viviamo più attraverso i simboli che attraverso la nostra individualità corporea o la relazione diretta con gli altri.

Più il sistema di rappresentazione è contorto, maggiore è la nostra distanza dalla realtà che ci circonda. Dal momento in cui la comunicazione simbolica, con la sua miriade di congegni di rappresentazione, è riuscita a tradire la realtà e ad alienarci da essa, qualsiasi altro collegamento, qualsiasi altra prospettiva cognitiva è a dir poco inibita.

.....

..... Il linguaggio ha il proprio fondamento nello sforzo di concettualizzare e rendere uguale ciò che è ineguale, bypassando in questo modo l'essenza e le diversità di una ricchezza indefinita.

.....

L'uso dei simboli è ritenuto naturalmente e universalmente il marchio di fabbrica della cognizione umana; nessuno invece mette al centro il fatto che un tempo ..... abbiamo vissuto in una comunione cognitiva con il mondo, e che forse varrebbe la pena tentare di recuperarla. .....

.....

La nostra caduta dalla semplicità e dalla pienezza di una vita sperimentata direttamente - la caduta del momento sensuale della conoscenza - lascia un vuoto che il simbolico non potrà mai riempire. Questo vuoto viene continuamente coperto sotto strati di consolazioni culturali e deviazioni civilizzate che non riescono tuttavia a recuperare l'integrità perduta. In un senso molto profondo, solo ciò che è represso è simbolizzato, perchè solo ciò che è represso ha bisogno di essere simbolizzato. L'immensità della simbolizzazione è la testimonianza di quanto è stato represso; sepolto, ma forse ancora recuperabile.

..... Dall'inizio dell'alienazione alla nostra civiltà avanzata, il corso è segnato da un tasso sempre crescente di reificazione, dipendenza, burocratizzazione, desolazione spirituale, sterile tecnicizzazione.

.....

Soccombiamo all'oggettificazione e permettiamo che una rete culturale ci avviluppi e dica come vivere, come se questo fosse un processo naturale. Ma è tutt'altro che naturale. Dovremmo fare un po' di chiarezza su ciò che la cultura/civiltà ci ha realmente dato e su ciò che ci ha tolto.

.....

La cultura simbolica inibisce la comunicazione umana bloccando o sopprimendo i canali della consapevolezza sensoriale. La nostra esistenza sempre più tecnologica restringe notevolmente il campo di ciò che è percepibile. .....

.....

Il vero marchio di fabbrica della società moderna è la definitiva separazione corpo-mente ascritta alle idee di Cartesio (diciasettesimo secolo). .....

.....

..... il linguaggio non è una condizione necessaria al pensiero .....

La comunicazione verbale fa parte del movimento di allontanamento da una realtà di relazioni sociali vissute direttamente; è ciò che rende possibile la separazione fisica. Tra le persone che vogliono mettersi in contatto c'è sempre la parola, e così si restringe sempre più il campo di ciò che non si può dire con le parole. .....

.....

..... Contare, come dare il nome, è parte del processo di domesticazione. Allo stesso modo la divisione del lavoro si presta alla quantificabilità in quanto opposta a un tutto unico e non frammentato. Il numero è altresì necessario per l'astrazione insita nello scambio di materie prime ed è il prerequisito per il decollo della scienza e della tecnologia. Il bisogno di misurare implica un tipo di conoscenza deformata che cerca il controllo - e non la comprensione - dell'oggetto.

L'idea secondo la quale "l'arte è l'unico mezzo per afferrare veramente le cose" è un luogo comune, che mette in evidenza la nostra dipendenza dai simboli e dalla rappresentazione. .....

L'arte è tra le prime forme di espressione ideologica e rituale. Si è sviluppata insieme alle pratiche religiose che servivano a mantenere unita una comunità che si andava frammentando. ..... L'arte e la cultura emersero proprio in risposta alla comparsa di tensioni e ansie nella vita sociale.

.....

Il rito, essenziale all'affermazione della cultura nel mondo umano, non è solo un mezzo per allineare e prescrivere emozioni; è anche una formalizzazione intimamente legata alle gerarchie e al controllo formale sugli individui. Tutte le società tribali, tutte le civiltà primitive conosciute avevano in'organizzazione gerarchica costruita su o connessa a una struttura rituale e un corrispondente sistema concettuale. .....

.....

La religione rappresenta la risposta a insicurezze e tensioni, la promessa di una risoluzione nella trascendenza attraverso il simbolico. La religione non ha alcuna ragione d'essere prima della svolta negativa verso la cultura e la civiltà (la domesticazione). Il filosofo americano George Santayana ha ben sintetizzato questo concetto dicendo che "per 'religione' intendiamo un altro mondo nel quale vivere".

..... l'intenzionalità dell'agire umano non è apparsa con la domesticazione, l'agricoltura e la civiltà.

.....

..... tutte le civiltà hanno provocato un deterioramento del proprio ambiente.

.....

..... Horkheimer, in relazione ai costi psichici della domesticazione/dominio sulla natura: "La distruzione della vita interiore è lo scotto che l'uomo deve pagare per la sua mancanza di rispetto verso ogni altra vita che non sia la propria". La violenza verso l'esterno ha un effetto analogo a livello spirituale: il mondo esterno è trasformato, degradato, e, allo stesso modo, il campo percettivo va incontro a una fondamentale ridefinizione. Non è stata certo la natura a imporre la civiltà. E' piuttosto vero il contrario.

.....

..... Da quando il simbolico ha preso il sopravvento, gli esseri umani hanno tentato, attraverso la partecipazione alla cultura, di recuperare quell'autenticità perduta. La spinta verso il trascendente, la sua ricerca continua stanno a testimoniare che l'egemonia dell'assenza è una costante culturale. .....

All'interno dei dettati della produzione e del controllo sociale la principale consolazione quotidiana per questa assenza di significato è il consumo sfrenato e inappagante, e la cultura stessa è ovviamente un'opzione consumistica primaria. .....

.....

IL TEMPO DELLA DISCORDIA
Estratto da
Zerzan J. (2002)
Running On Emptiness. Feral House

(Trad. it. Mattia Bilardello e Gabriele Masini. Senza via di scampo? Roma: Arcana/Vivalibri, 2007)



(pagg. 42-63)
.....
..... (tempo) Si tratta di una dimensione artificiale, dell'aspetto più elementare della cultura. .....

.....

..... se, da un lato, le cose che esistono nello spazio da qualche altra parte continuano ciononostante a esistere, le cose che non esistono ora, come osserva Sklar, in realtà non esistono affatto.

.....

..... I popoli non civilizzati hanno sempre considerato di cattivo auspicio il fatto di contare le creature viventi, e in genere oppongono resistenza a questa pratica. .....

..... Ogni sguardo all'orologio è una misurazione che congiunge colui che lo guarda con lo "scorrere del tempo". E ci illudiamo, senza neanche accorgercene, di sapere cosa è il tempo perchè sappiamo che ore sono. Se ci sbarazzassimo degli orologi, ci ricorda Shallis, sparirebbe anche il tempo oggettivo. E, per andare ancora più a fondo, se ci sbarazzassimo della specializzazione e della tecnologia, riusciremmo a mettere al bando l'alienazione.

..... Un tempo matematicamente divisibile è un prerequisito essenziale per la conquista della natura come per le più semplici conquiste della tecnologia moderna.

.....

..... i computer portano all'omogeneizzazione del pensiero.

.....

..... le esperienze, come qualsiasi altro genere di evento, non sono di per sè nè passate, nè presenti, nè future.

.....

..... al pari di ogni forma di pensiero, le idee della scienza non hanno alcun significato fuori del proprio contesto: sono sintomi delle modalità d'esistenza che le producono. .....

.....

..... Non esiste alcun intervallo fisso che sia indipendente dal proprio sistema di riferimento, così come l'alienazione dipende dal proprio contesto.

.....

UNA COSA DA NON FARE
Estratto da
Zerzan J. (2002)
Running On Emptiness. Feral House

(Trad. it. Mattia Bilardello e Gabriele Masini. Senza via di scampo? Roma: Arcana/Vivalibri, 2007)



(pagg. 87-97)
.....
Dobbiamo disseppellire l'elemento attivo e vitale della cognizione, che giace al di sotto delle reificazioni che lo ricoprono. La cognizione, checchè ne dica l'ortodossia contemporanea, non è computazione. Il filosofo Ryle ha intuito che la forma fondamentale della conoscenza non si basa sulla rappresentazione simbolica. Le nostre idee sulla realtà sono prodotti di un sistema simbolico costruito artificialmente, i cui elementi, nel corso del tempo, si sono solidificati in reificazioni o oggettificazioni, proprio come la divisione del lavoro è diventata un'unica cosa con il dominio della natura e la domesticazione dell'individuo.

Il pensiero che produce cultura e civiltà è distanziante, non sensuale. Si astrae dal soggetto e diviene un oggetto indipendente. .....

.....

..... La cultura è uno schermo che filtra e addomestica le nostre percezioni, le nostre idee, i nostri sentimenti. .....

.....

Il primissimo sintomo di una vita alienata è la comparsa graduale del tempo. Il tempo, prima e sempre più quintessenziale reificazione, è in pratica sinonimo di alienazione. Siamo così pervasivamente dominati e regolati da questa "cosa" - priva, ovviamente, di esistenza concreta -  che pensare a un'epoca precivilizzata e senza tempo ci è estremamente difficile.

.....

A portare a compimento la reificazione fu ovviamente l'orologio, che dissociò il tempo dagli eventi umani e dai processi naturali. Da allora in avanti il tempo sarebbe stato del tutto estraneo alla vita e incarnato nel primo apparecchio completamente meccanico. ..... Diciamo spesso di "non avere tempo", ma è quella reificazione di fondo, il tempo, ad avere noi.

.....

A prevalere nel nostro mondo è una mediazione simbolica svuotata, che ha sempre meno da dire; e quella mediazione è intesa come un elemento centrale nelle nostre vite, caratterizzante. In un'esistenza che non ha luce nè significato, non rimane nulla all'infuori del linguaggio. .....

.....

..... le parole intralciano la via della comprensione diretta. .....

.....

La religione, come il resto della cultura, scaturisce dalla falsa nozione della necessità di lottare contro le forze della natura. .....

.....

L'arte è la seconda forma primitiva di oggettificazione della cultura, ed è questo a farne una attività autonoma dotata di realtà. L'arte è anche una promessa di felicità quasi utopica, ma la promessa è sempre tradita. Il tradimento sta principalmente nella reificazione. "Che qualcosa sia un'opera d'arte significa che genera un mondo", secondo Heidegger, ma questo mondo alternativo è impotente di fronte a tutto il resto del mondo oggettificato del quale comunque continua a far parte.

.....

..... l'atto di dereificazione dovrà portare a una vita semplice e non divisa. .....

.....

NEMICO DELLO STATO. INTERVISTA A JOHN ZERZAN.
Estratto da
Zerzan J. (2002)
Running On Emptiness. Feral House

(Trad. it. Mattia Bilardello e Gabriele Masini. Senza via di scampo? Roma: Arcana/Vivalibri, 2007)



(pagg. 98-111)
..... l'anarchismo non è solo desiderio di non essere dominati, ma anche, allo stesso tempo, la volontà di non dominare. .....

..... l'anarchismo è il tentativo di sondare quegli aspetti della quotidianità che prendiamo come dati di fatto, come manifestazioni dell'universo in cui viviamo; l'anarchismo vuole mostrare che anche questi sono elementi del dominio che subiamo o grazie ai quali dominiamo gli altri. .....

.....

Nessuno negherebbe, credo, che siano specialisti ed esperti a esercitare un controllo effettivo sul mondo contemporaneo. Allo stesso modo non credo che qualcuno metterebbe in discussione che queste forme di controllo si stiano rafforzando con rapidità sempre crescente.

.....

..... Il mondo è sempre più ostaggio delle persone che hanno queste competenze specialistiche e di coloro che controllano le tecnologie. Quando sei costretto a dipendere dagli altri, quando le competenze necessarie a fare tutto ciò di cui si può avere bisogno sono fuori dalla tua portata, significa che come individuo sei diminuito.

.....

..... Il sistema alimentare globale è una follia. Roviniamo il mondo a forza di pesticidi, diserbanti, uso di combustibili fossili per trasportare e conservare questi alimenti e via dicendo, e ci sono miliardi di persone - non esagero - che trascorrono la vita senza avere mai di che nutrirsi a sufficienza. Eppure poche cose sarebbero semplici quanto coltivarsi e raccogliere il proprio cibo.

.....

..... Reificazione significa esattamente questo: che un concetto viene trattato come se fosse una cosa anche quando non è realmente una cosa, ma solo un concetto. Un secondo non è niente, e attribuirgli un'esistenza autonoma contraddice la nostra esperienza della vita. .....

.....

..... La scuola t'insegna a farti trovare in un certo luogo a una certa ora, ed è preparatoria alla vita di fabbrica. Ti calibra per le esigenze del sistema. .....

.....

..... Quanto più il mondo è tecnicizzato e artificiale, e quanto più svuotiamo il mondo naturale, tanto più s'impone una sensazione molto palpabile d'esserci alienati rispetto alla nostra collocazione naturale. .....

.....

L'ETA' DEL NICHILISMO
Estratto da
Zerzan J. (2002)
Running On Emptiness. Feral House

(Trad. it. Mattia Bilardello e Gabriele Masini. Senza via di scampo? Roma: Arcana/Vivalibri, 2007)



(pagg. 148-151)
.....

..... Se l'esplosione dell'informazione high tech riduce ogni significato a un rumore senza senso, il complesso industriale dei divertimenti di massa sforna distrazioni sempre più esasperate per una società dei consumi irrefrenabile.

..... i media, come anche la tecnologia, non fanno altro che promettere soluzioni a problemi cui essi hanno dato origine, o acutizzato. .....

.....

..... La libertà che ci rimane è sostanzialmente quella di scegliere tra un prodotto di marca A, B o C, .....

.....

..... il radicalismo culturale rappresenta ormai una convenzione tra le tante, ed esso, lungi dal costituire una minaccia, alimenta il sistema dominante. La cultura, nata dall'alienazione, ha bisogno dell'alienazione per perpetuarsi. Dobbiamo combattere il concetto di una cultura simbolica tanto quanto la realtà della barbarie tecnologica.

.....

DOBBIAMO SMANTELLARE TUTTO QUESTO
Estratto da
Zerzan J. (2002)
Running On Emptiness. Feral House

(Trad. it. Mattia Bilardello e Gabriele Masini. Senza via di scampo? Roma: Arcana/Vivalibri, 2007)



(pagg. 203-204)
.....

La cultura dominante è quella dei fast food, priva di sostanza o di finalità. Come Dick Hebdige ha accuratamente osservato, "il postmoderno è il moderno spogliato dalle speranze e dai sogni che avevano reso la modernità sopportabile". Il postmodernismo si percepisce pluralista, tollerante e antidogmatico. In concreto è superficiale, sbrigativo, deliberatamente confuso, frammentato, ossessionato dai media, analfabeta, fatalista, acritico, restio a interrogarsi sulle origini, sul principio dell'azione, sulla storia, sulle cause finali. Non si interroga su nulla di importante, ed è la compiuta espressione di un sistema stolto e moribondo che vuole portarci con sè.

Questa nostra era postmoderna trova la sua espressione fondamentale nel consumismo e nella tecnologia, che si uniscono nella stupefacente forza dei mass media. Immagini e parole semplici e accattivanti ci fanno dimenticare di essere proprio loro, quelle immagini accattivanti e quelle semplici parole, a tenere insieme questa orrenda dominazione. Anche i più grandi fallimenti della società possono essere usati per narcotizzare i suoi sudditi. E' il caso della violenza, un'eterna fonte di distrazione. Siamo titillati dalla rappresentazione di ciò che ci minaccia, come se la noia fosse un tormento peggiore della paura.

La natura, o meglio quel che ne è rimasto, ci ricorda amaramente quanto depravata, gelida e ingannevole sia la nostra vita moderna. La morte del mondo naturale e la penetrazione della tecnologia in ogni stilla di vita, o in quel che ne resta, procede con impeto sempre maggiore. Wired, Mondo 2000, giochetti, cybertutto, realtà virtuale, Intelligenza Artificiale, sempre più oltre, fino a giungere alla Vita Artificiale, l'ultimo traguardo della scienza postmoderna.

.....

SENZA VIA DI SCAMPO?
Estratto da
Zerzan J. (2002)
Running On Emptiness. Feral House

(Trad. it. Mattia Bilardello e Gabriele Masini. Senza via di scampo? Roma: Arcana/Vivalibri, 2007)



(pagg. 245-246)
Con l'agricoltura ebbe fine un ampio periodo dell'esistenza umana che si era contraddistinto per non aver mai conosciuto la servitù del lavoro, lo sfruttamento della natura, la diseguaglianza tra i sessi, la violenza organizzata. L'agricoltura sottrae alla terra più di quanto non restituisca ed è il fondamento della proprietà privata. L'agricoltura confina, controlla, sfrutta; instaura gerarchie e ingenera risentimento. Chellis Glendinning l'ha definita il "trauma originario" che ha devastato la psiche umana, il vivere sociale e la biosfera.

.....

..... Dopo due o tre milioni di anni di esistenza egalitaria fondata sulla raccolta del cibo (i cosiddetti cacciatori-raccoglitori), in soli 10mila anni si realizza la rapida discesa verso una vita civilizzata. Da allora non si è avuto altro che l'accellerazione sempre maggiore di una distruttività sociale ed ecologica in ogni ambito dell'esistenza.

.....


Immagini pubblicate in questo sito © Jeannette Rütsche - Sperya, Milano
Images displayed on this site © Jeannette Rütsche - Sperya, Milan (Italy)
Images © Jeannette Rütsche - Sperya, Milan (Italy)
Images © Jeannette Rütsche - Sperya, Milan (Italy)
Images © Jeannette Rütsche - Sperya, Milan (Italy)
Torna ai contenuti | Torna al menu