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Il Ritorno Invisibile
Dal nulla del pieno
al Tutto del Vuoto.
Jeannette Rütsche - Sperya
GIUSEPPE BOLOTTA
Dicembre 2011
La "Ricerca" artistica di Jeannette Rütsche - Sperya
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Cielo/Terra, Uomo/Natura, Bene/Male, Io/Tu, Affermazione/Negazione, risultano prodotti di una "mentalità umana" che ha la necessità di cristallizzare il flusso, e negare la realtà del mutamento, per conferire un senso intellegibile al Tutto.
L'estetica speryana trova qui ispirazione concettuale nella filosofia taoista, che riesce ad essere esplicitata in tutta la sua forza espressiva attraverso una tecnica, la matematica frattale, "invenzione" sofisticata di un'umanità "scientifica" e "positivista", apparentemente agli antipodi rispetto all'antica società cinese nell'ambito della quale ebbe a nascere il Tao. Proprio questa giustapposizione paradossale: matematica frattale/Taoismo sembra dimostrare ulteriormente l'immutabilità del divenire ciclico e l'universalità della "verità" che Jeannette ci consente di contemplare. Il mutevole divenire che il Tutto sottende, proprio in quanto verità universale, può evidenziarsi infatti identico a sè stesso in epoche storiche, e attraverso strumentazioni intellettuali ed espressive, apparentemente inconciliabili.
Dinnanzi allo sgretolarsi delle umane illusioni classificatorie, l'arte di Sperya offre qui come risposta la non-azione, "il digiuno e il silenzio della mente", l'accettazione del "decreto celeste" intesa come capacità di accettare le leggi del divenire, abbandonando gli ingannatori affanni del mondo per lasciarsi agire armoniosamente dal (e col) Tutto. .....
(testo integrale)
Giuseppe Bolotta
(Psicologo Clinico, Antropologo)